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giovedì 28 aprile 2011

SITUAZIONE POLITICA

La Moldavia, in precedenza appartenente all’URSS, dal 1991 è una Repubblica indipendente e aderisce al CIS. Il Presidente della Repubblica è eletto dal parlamento (101 membri) e resta in carica quattro anni. Dalle dimissioni di Voronin (del partito comunista, in carica dal 2001), lo scorso settembre 2009, il ruolo di Presidente è affidato ad interim a Mihai Ghimpu, lo speaker del parlamento, data l’incapacità del Parlamento di trovare un accordo per l’elezione di un nuovo presidente riconosciuto da governo e opposizione.
La crisi politica in Moldova si protrae dallo scorso aprile e non si vede alcuna via di uscita in tempi brevi. Il Partito Comunista Moldavo (PCM) nel 2005, infatti, era riuscito a riassicurarsi la maggioranza dei seggi in Parlamento grazie all’opposizione costruttiva, in nome di un National Consensus sugli obiettivi principali (in primo luogo una maggior integrazione con l’Unione Europea) offerta dai partiti dell’opposizione, in particolare dal Partito Popolare Cristiano Democratico (CDPP), ma l’intesa trasversale è andata rapidamente deteriorandosi. La relativa stabilità della scena politica si è poi definitivamente compromessa lo scorso aprile 2009 alle elezioni per il rinnovo del Parlamento, quando migliaia di manifestanti anticomunisti hanno preso d'assalto e dato fuoco al Parlamento e al palazzo presidenziale per protestare contro l'esito delle elezioni, teoricamente, vinte con il 50 per cento dei voti dal partito comunista al potere.
Nelle elezioni di fine luglio il partito comunista si è confermato il primo partito in Moldavia, con il 45.1% dei voti ma nell'insieme, i partiti di opposizione (partito Liberal-democratico, il partito Liberale, il partito Democratico e la coalizione Nostra Moldavia) hanno ottenuto una maggior percentuale di voti, e riunitisi in un’unica coalizione hanno di fatto determinato una sconfitta dei comunisti.
L'alleanza quadripartita di centrodestra e filo-occidentale Alliance for European Integration, peraltro può contare soltanto su 53 voti, mentre ne occorrono 61 per l'elezione alla presidenza di Marian Lupu, il leader del partito democratico e unico candidato alla successione di Vladimir Voronin, boicottatto dai comunisti , nella prima votazione dello scorso 10 novembre.
A dicembre poi, per la seconda volta l'elezione del Presidente della Moldova è fallita in Parlamento, con i deputati comunisti all'opposizione che hanno abbandonato l'aula prima dell'inizio delle votazioni. Ora al Paese non resta che tornare alle urne per la terza volta in meno di un anno. Obiettivo dichiarato, prima delle nuove elezioni: una modifica alla costituzione in modo da evitare, in futuro, una situazione di stallo come quella attuale, peggiorata, naturalmente, dalla profonda recessione economica cui si associa sempre il rischio di una protesta sociale.
Per quanto riguarda invece le rivendicazioni territoriali, una speciale autonomia è stata concessa alla regione della Gagauzia, turcofona, mentre rimane aperto e senza prospettive di soluzione a breve, il problema della Transdnestria al confine con l’Ucraina e a maggioranza russa, la cui capitale, Tiraspol, di fatto, è un centro della malavita organizzata dell’est e crocevia di traffici illeciti di armi. La regione, dove divisioni russe sono stanziate sul territorio e comanda un governo indipendentista filorusso che promuove il rifiuto della lingua e delle tradizioni rumene (reintrodotte, invece, in Moldavia con il raggiungimento dell’indipendenza dall’ex Unione Sovietica), dopo una cruenta guerra civile, si è di fatto resa indipendente.

SITUAZIONE ECONOMICA

L’economia della Moldavia (il più povero dei paesi europei) rimane estremamente fragile, soffrendo per la carenza di investimenti esteri e per l’eccessiva dipendenza dal settore agricolo e agro-alimentare (retaggio del suo passato come fornitore regionale di frutta e verdura durante l’era sovietica), che può essere soggetto a fluttuazioni determinate da fattori climatici. Il settore agricolo, infatti, resta ancora dominante nel Paese: nel 2010 è stimato ancora oltre il 22% del PIL, ma senza un incremento consistente degli investimenti e una maggiore liberalizzazione dell’economia difficilmente potrà diversificarsi in produzioni a più alto valore aggiunto o cercare nuovi mercati più convenienti e sicuri fuori dalla CSI.
Il settore industriale, dominato dalla trasformazione alimentare, invece, ha visto il proprio contributo alla formazione del PIL calare dal quasi 40% del 1993 a meno del 20% nelle stime per il 2010, duramente colpito dalla secessione della Transdniestra, dove risiedono le industrie pesanti della regione.
Il settore dei servizi, infine, (che comprende l’impiego pubblico in aree come l’istruzione e la sanità) ha acquisito progressivamente importanza nel corso degli anni e per il 2010 si stima incida quasi per il 60% sulla formazione del PIL. Secondo uno studio della Banca Mondiale, il settore privato copre ormai oltre l’80% del PIL.

La crisi economica internazionale ha avuto un pesante effetto anche sulla Moldavia, anche se ritardato per il fatto che l’impatto sul Paese si è avvertito solo quando gli effetti della crisi sui mercati finanziari si sono riflessi sull’economia reale. Nel complesso, dunque, si è avuto un peggioramento nella seconda parte del 2009, con una contrazione oltre l’8% per cui per il 2009 si è registrata in media una recessione del 7.3% (da una crescita del 7.2% del 2008) dato il crollo delle esportazioni (-12%), dei consumi privati (-12%) che hanno sofferto della caduta nelle rimesse dei lavoratori moldavi all’estero (solitamente pari a quasi il 20% del PIL) per il peggioramento delle economie nelle principali destinazioni degli emigrati moldavi (principalmente Russia ed Europa del Mediterraneo), ma soprattutto degli investimenti (investimenti fissi -27%), nonostante il tentativo di miglioramento del contesto operativo per il business (politiche per la concorrenza e riforma giuridica). Per il 2010 si stima, tuttavia, una ripresa della crescita, intorno all’1/1,5%.

SITUAZIONE FINANZIARIA

Nel complesso, l’opinione, comunque, è che il Paese, grazie anche all’accordo raggiunto con il FMI (che garantisce che non venga meno il tradizionale flusso di aiuti), sia in grado di limitare il proprio rischio sovrano nel prossimo futuro (non sempre invece in passato il Paese è stato in grado di far fronte alle proprie obbligazioni, andando in default sull’emissione di eurobond nel 2002).
La vulnerabilità della Moldavia agli shock esterni, data la debolezza dei suoi conti con l’estero, e l’eccessivo affidamento sulle rimesse degli emigranti, rappresenta in ogni caso un notevole rischio nell’attuale contesto internazionale, rischio peraltro difficilmente valutabile, dato che a causa dell’insufficiente volume di informazioni affidabili per supportare adeguatamente l’assegnazione di un giudizio, dallo scorso dicembre l’agenzia di rating Fitch, dopo aver confermato lo short-term foreign currency IDR a 'B' e il country ceiling a 'B-' ha deciso di ritirare il rating del paese, come del resto aveva già fatto Moody’s in novembre.

L’assicurabilità del Paese Moldavia è valutato con un rischio 7 su 7 da SACE.

I principali punti di debolezza del Paese sono: l’economia non diversificata, le arretratezze strutturali dell’economia, la troppa dipendenza dalle rimesse e dagli aiuti esteri, l’elevato deficit pubblico e delle partite correnti e l’incertezza prolungata della situazione politica.

RELAZIONI E COMMERCIO INTERNAZIONALE

Relativamente alle relazioni internazionali, ci si aspetta che la Moldavia continui la sua politica di avvicinamento all’UE. L’Action Plan, il piano finalizzato tra la Moldavia e l’UE che costituisce la base per la futura partecipazione del Paese nell’European Neighbourhood Policy dell’UE, è giunto a scadenza nel febbraio 2008 ed è stato rinnovato, ma il Paese aspira alla negoziazione (come l’Ucraina) di un’association agreement, più stringente. Sicuramente l’UE si augura di coinvolgere il Paese in Europa, anche per sottrarlo alla pesante orbita sovietica, ma l’effettiva implementazione del piano, risente delle limitate capacità amministrative del Paese e della difficoltà del Governo nell’introdurre le riforme richieste (soprattutto relative alla lotta alla corruzione, all’ammodernamento del sistema giudiziario e all’apertura dei media), ma soprattutto il livello e il passo di un’ulteriore integrazione in Europa non possono prescindere da una stabilizzazione della situazione politica e da un miglioramento dei rapporti con la Romania (Paese già membro dell’UE); tra i due Paesi, che hanno storia e lingua in comune, infatti, è in atto una crisi diplomatica in seguito alla denuncia di Chisinao alla Romania di aver fomentato gli scontri in occasione delle scorse elezioni e i comunisti moldavi hanno anche accusato il paese di voler annettere la Moldavia.
Dal ’94 la Moldavia aderisce al programma Partnership for Peace della NATO.
A livello di bilancia commerciale, la Moldavia tradizionalmente registra consistenti deficit, (oltre al 50% del PIL nel 2008), soprattutto per il notevole valore delle importazioni, spinte dalla domanda interna (finanziata dalle rimesse) e dai costi elevati dei prodotti energetici, a fronte, invece, di un export limitato prevalentemente all’agricoltura (in particolare il vino rappresenta circa il  15/20% della produzione industriale nazionale e con tutto l’indotto contribuisce ad una buona fetta del PIL) e che quindi non offre grandi prospettive di rapida espansione nei mercati protetti dell’UE.
Nel 2009, tuttavia, il deficit si è notevolmente ristretto (al 37%) del PIL per la debolezza della domanda domestica che ha depresso le importazioni più di quanto siano crollate le esportazioni, e anche per il 2010 si stima che pur rimanendo notevole il deficit rimanga più contenuto del periodo pre crisi dato il persistere della debolezza delle importazioni e il miglioramento dell’export, con l’inizio della ripresa della domanda estera.
I principali mercati di sbocco per il Paese rimangono, dai dati al 2008, la Russia, che assorbe circa il 20% delle esportazioni del paese, la Romania (anch’essa circa il 20%) e l’Ucraina (8.9%). Fra i Paesi fornitori della Moldavia, invece, figurano Ucraina (17,1%), Russia (13,6%), Germania (7.4%) e Italia (6,3%).


Principale fonte: SINTESI2000

Banca Commerciale Eximbank S.A., costituita nel 1994, viene acquisita al 100% dal Gruppo nel 2006.

È una banca commerciale solida con una buona quota di mercato; si propone come interlocutore non solo per le aziende italiane che hanno delocalizzato le loro attività in Moldavia, ma anche per le aziende, le famiglie e le istituzioni locali.

Ha la sede centrale e 11 filiali a Chișinău, filiali a Soroca, Balti, Orhei, Ungheni, Hĭncesti, Causeni, Comrat, Cahul, Taraclia e 24 uffici di rappresentanza distribuiti in tutto il Paese, per un totale di 486 dipendenti.

Per maggiori informazioni, visita il sito www.eximbank.com

mercoledì 27 aprile 2011

Intervista a Paolo Trotta "Consigliere Economico per l’Italia del Ministero della Cultura Moldava".

Paolo Trotta originario di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, è un giovane calabrese che ha maturato importanti esperienze in campo nazionale ed internazionale sui temi migratori, ha approfondito le problematiche inerenti l’integrazione sociale tra popolazioni multietniche, riservando particolare attenzione alle popolazioni del bacino del Mediterraneo. E’ stato più volte relatore sui temi migratori, al Parlamento europeo e in convegni nazionali e internazionali.

D: Chi è Paolo Trotta?
R: Sono un giovane calabrese da sempre impegnato nell’associazionismo, nel volontariato, un strenuo difensore delle classi più deboli che il sistema burocratico, finanziario, economico e bancario non tutela più.

D: Quali sono le motivazioni che hanno portato il Governo della Moldavia a conferirLe il suo incarico: lo ricordiamo?
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Il Direttore Agora Magazine Umberto Calabrese e Paolo Trotta, dirigente dei popolari e Consigliere Economico per l’Italia del Ministero della Cultura Moldava
R: Da sempre la mia attenzione è stata canalizzata verso studi volti alla conoscenza dell’interscambio culturale per una crescita reciproca tra cittadini del bacino del Mediterraneo, e non. Questo mio impegno mi ha dato la possibilità di farmi conoscere in molti convegni, tavole rotonde e in ambito nazionale e internazionale. Nella pur mia giovane esperienza di fautore delle culture multietniche, ho partecipato come relatore in molti convegni e congressi a Strasburgo, Bruxelles, Estonia, Moldavia, su tematiche che riguardavano il disagio nel mondo del lavoro per i cittadini provenienti da altre realtà culturali. In uno di questi incontri è maturato il mio rapporto con il Ministro della Cultura Moldavo Boris Focsa. Tra noi si è instaurato un feeling culturale e lo stesso Ministro mi ha proposto, rispondo alla sua domanda in cui mi chiedeva dell’incarico, “Consigliere Economico del Ministro alla Cultura della Repubblica della Moldavia per l’Italia”.

D: Dott. Trotta si rende conto per lei che proviene da una Regione particolarmente chiusa alle iniziative culturali, di aver dato lustro alla sua Regione con l’incarico conferitogli?
R: Sono fiero di quanto possa io nel mio piccolo contribuire a valorizzare positivamente i fermenti culturali che tanti giovani calabresi con sacrificio, abnegazione, senza aiuto alcuno riescono a dare non solo per il proprio Paese ma soprattutto in ambito internazionale.

D: Dalla sua risposta si evince una totale assenza delle forze politiche e economiche della sua Regione. Come mai in una Regione come la Calabria che potrebbe vivere solo di turismo e cultura, e questo lo dimostrano i numerosi Siti archeologici patrimoni dell’Unesco di cui la Calabria è ricca, non c’è una risposta positiva di supporto o patrocinio alle tante iniziative culturali valorizzate in altri ambiti e negate nella sua regione?
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Il Ministro alla Cultura Boris Fucsa e dott. Paolo Trotta
R: Molti errori provengono dalle precedenti amministrazioni e noi giovani abbiamo dato il massimo senza nessun ritorno per supportare l’attuale cambiamento sperando che finalmente si applicasse il principio meritocratico; ma a quanto pare l’attuale Governo della Regione sta perseguendo gli errori del passato. Purtroppo noi giovani ci sentiamo traditi dall’attuale classe dirigente in cui avevamo creduto, illusi dalla presenza di un candidato giovane a governatore, convinti che sapesse risolvere meglio i problemi di tanti giovani calabresi. Parlo anche a nome di tanti giovani che hanno supportato la mia candidatura alla provincia di Cosenza, dove ho raggiunto un risultato insperato, i tanti giovani che hanno creduto in me mi hanno portato ad un soffio dal raggiungimento di un seggio provinciale, non è da tutti con le sole forze e senza aiuto di nessuno ad essere primo dei non eletti.

D: Lei dott. Trotta pensa che le cose rimarranno allo status quo, o spera in un ravvedimento della Classe politica Calabrese che dia finalmente lustro ai giovani meritevoli come Lei?
R: Mi auguro di no la speranza è sempre nel cuore.

D: Quindi lei da ancora fiducia e crede a questi cambiamenti? Più per lei o per i tanti giovani che l’hanno seguita nel suo indirizzo di voto?
R: Mi auguro che sia per tutti ma in particolare sono toccato dai tanti giovani con cui mi confronto quotidianamente e che non vedono futuro davanti a loro.

D: Abbiamo letto nelle agenzie stampa di questi giorni che Lei si presenta come giovane popolare, cosa significa per un giovane essere popolare al giorno di oggi visto che il popolarismo ha radici profonde che cozzano duramente con la politica attuale?
Pensa che in questo lassismo generalizzato in Calabria ci sia spazio per far germogliare tante “piantine popolari”?
R: Credo anzi ne sono convinto che i semi sono presenti sul territorio, c’è bisogno solo di essere continuamente annaffiati e seguiti con dedizione e attenzione per creare arbusti solidi.

D: Cosa ne pensa dei nuovi popolari che sono presenti e operativi nella sua Regione? Pensa che possano dare un impulso critico e costruttivo alla politica territoriale?
R: Sono certo che possano dare come già stanno facendo un grande contributo fattivo alla crescita economica, sociale e politica della nostra regione.

D: E’ giusto mettere a conoscenza i calabresi sul vostro impegno in terra di Calabria, ci può esporre qualche vostro progetto in attuazione o attuato?
R: Innanzitutto desidero partire dalle nostre radici per noi popolari l’uomo e il motore su cui girano i rapporti politici. Noi popolari come lo ricorda la nostra storia siamo fedeli ai principi cristiani, la nostra visione ci porta a vedere l’uomo come persona e non come consumatore come accade oggi, e proprio per rispondere alla sua domanda, nella Regione abbiamo dato vita ai Centri Multiservizi, alcuni sono già operativi altri in procinto di apertura.

D: Ci dica cosa sono e che funzione hanno questi Centri di cui parla?
R: Sono luoghi di cittadinanza che hanno anche funzione di segretariato sociale, nei nostri Centri qualunque cittadino, può rivolgersi per qualsiasi problema e di carattere economico, fiscale, tributario, finanziario e di internazionalizzazione per le aziende. Inoltre in ogni Centro sono presenti consulenti a disposizione per i cittadini, Avvocati, Commercialisti, Medici, Assicuratori, Broker, operatori sanitari, cooperative di lavoro, Patronato, Caf, Tour Operator e tanto altro. La invito a visitarne qualcuno nella sua città, a Roma ad esempio ne abbiamo molti per rendersi conto della loro efficienza e di quante persone si servono dei nostri Centri.

D: Dott. Trotta lei mi insegna che nella sua Regione ogni giorno tanti titolari di esercizi commerciali restituiscono le partite iva, le famiglie con difficoltà arrivano alla 3 settimana e si indebitano sempre più, voi Popolari cosa state facendo o pensate di fare. visto che l’uomo per che voi è il punto focale della politica per alleviare questa situazione?
R: La problematica maggiore della nostra regione è l’accesso al credito e con Basilea 3 è diventato praticamente impossibile. Prima esistevano le Banche di Credito Cooperativo che rispondevano alle esigenze provenienti dal territorio. Ora con i vari commissariamenti la gestione di questi Enti finanziari sono fallimentari, pertanto noi popolari abbiamo dato vita ad una Cooperativa di Mutua Auto Gestione, “MAG - Sorridi ancora”, abbiamo scelto questo nome per riportare al sorriso tanti cittadini che con la politica economica attuale lo hanno dimenticato.
Ora le spiego quale è la sua funzione, - la MAG è un progetto di economia solidale pertanto Etico a supporto delle famiglie e delle imprese che hanno difficoltà nell’accesso al credito.
Mediante la sottoscrizione di una o più quote societarie, il cittadino entra a far parte della MAG – Sorridi ancora, il cui capitale sociale rappresenta il patrimonio collettivo. Questo permette ai soci una porta aperta verso il credito e per l’avviamento di nuove attività imprenditoriali, per far fronte a improvvise spese per migliorare i costi del lavoro, o per avere disponibilità di liquidità, o far fronte a spese impreviste, oggi per una bolletta di energia si rischia di fermare l’attività di una piccola impresa.
Questi sono solo alcuni dei nostri progetti operativi. Ne abbiamo altri in sperimentazione nella città di Roma che riguardano la sfera sanitaria.
Anche questo è un progetto complesso ma che sta dando risultati con soddisfazione dei nostri cittadini soci della MAG – Sorridi ancora. Parliamo di SCUDOSANITAS, in fase sperimentale nella città di Roma dopo attenta calibratura oggi Scudosanitas è una realtà. Perché Scudosanitas è una domanda che le ho anticipato.
Dopo una attenta analisi delle carenze del sistema sanitario regionale del Lazio, abbiamo pensato di incidere per coprire le insufficienze del sistema sanitario regionale. Così abbiamo pensato ad un concetto di sussidiarietà a supporto della salute, dovevamo incardinare le due realtà e così dopo un attento monitoraggio al CUP regionale, si è visto che non è in grado di poter far fronte a tutte le chiamate ricevute, le prenotazioni anche le urgenti venivano assegnate con tempi lunghissimi. Ecco dove dovevamo entrare in gioco noi risolvere il problema delle lunghe attese, così è nato “Scudosanitas”, una struttura sanitaria dove il cittadino socio della Mag – Sorridi ancora, può ottenere in breve tempo al costo del ticket qualsiasi visita specialistica, attività diagnostiche e analisi cliniche con primari ospedalieri del Policlinico.
Oggi quello che sembrava utopia è diventata realtà, lo Scudosanitas si colloca tra la sanità pubblica e quella privata con il vantaggio di un servizio rapido ed efficiente, che solo la sanità privata può offrire il tutto al costo del ticket. Questo progetto pensiamo di replicarlo in altre regioni in particolare in Calabria dove il sistema sanitario pubblico è deficitario.

D: Ora la fermo è un fiume in piena la capisco che ha voglia di anticipare tutto quello che i popolari hanno in cantiere e di cui a microfoni spenti mi ha accennato. Però è opportuno incontrarci tra qualche tempo per parlare di tutto quello di cui oggi non ne abbiamo parlato, l’ecosostenibilità, le fonti rinnovabili, le filiere corte, moneta unica di cui ho saputo del importante convegno che avete tenuto nella facoltà di economia di Palermo e che non è sicuramente passato inosservato, le costruzioni in social housing ad emissione zero e che voi so che siete pronti oggi prima dell’entrata in vigore della legge europea del 2018, dei supermercati a prodotti regionali, certo siete una fabbrica di idee.
R: La ringrazio per la piacevole chiacchierata e spero presto di rivederci quando saremo pronti per annunciare gli start-up che i popolari stanno cucinando per la Calabria.

mercoledì 6 aprile 2011

  • Bando internazionalizzazione per le imprese artigiane
E' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 2011 il Decreto del 4 gennaio 2011, attraverso il quale il Ministero dello Sviluppo economico ha emanato il bando per la presentazione delle domande di agevolazione da parte delle aggregazioni di imprese artigiane relative a progetti di internazionalizzazione in Paesi, appartenenti e no all'Unione Europea.

Destinatari
a) consorzi all'esportazione collegati ad imprese artigiane, per progetti che ne coinvolgano almeno 3 imprese;
b) raggruppamenti, anche costituiti ad hoc, di almeno 3 imprese artigiane.

Deve essere assicurata l'interregionalità dei progetti, e le imprese devono avere sede legale oppure operativa in almeno due regioni diverse.

Progetti ammissibili
I progetti - alla cui realizzazione devono partecipare tutte le aziende proponenti - devono illustrare in maniera chiara l'obiettivo promozionale (ad esempio, apertura di un nuovo mercato, azioni preliminari per investimenti produttivi, ricerca di partner commerciali, miglioramento di servizi logistici).

Intervento agevolativo
Contributo nella misura massima del 50 per cento del costo complessivo del progetto e, comunque, per un importo non superiore a 100.000 euro, elevabile a 150.000 euro nel caso di domanda presentata da almeno 7 imprese.

Per maggiori informazioni rivolgersi a:
ARTIGIANCASSA - Sede Regionale del Lazio
Via Crescenzo Del Monte, 25 - 00153 Roma
lazio@artigiancassa.it
www.artigiancassa.it

sabato 2 aprile 2011

Moldova ratează investiţii din cauza că nu îşi promovează imaginea peste hotare.

Participanţii Forumului Uniunea Europeană – Republica Moldova recomandă autorităţilor de la Chişinău să acorde o atenţie mai mare promovării imaginii ţării peste hotare, transmite Info-Prim Neo.
„Acasă aveam o impresie mai proastă despre Moldova pentru că vorbisem cu cineva de aici şi tabloul prezentat era sumbru. Dar am venit la Chişinău şi mi-am schimbat opinia”, a spus Luc Engelen, CEO Euromol (Belgia). Participanţii la forum au remarcat că mulţi potenţiali investitori,care ar putea avea interes să-şi extindă afacerile, nu ştiu nimic despre Moldova, nici despre oportunităţile investiţionale, nici despre avantajele posibile sau riscuri.
Gunar Due Gundessen, directorul programului Entranse (Norvegia), a pus accentul pe necesitatea informării exhaustive despre particularităţile climatului de afaceri şi investiţional. „Când am decis să vin în Moldova cu intenţia de a crea un business-incubator la Soroca, toţi mă sfătuiau ce specialişti să iau cu mine, câţi consultanţi, dar am venit de unul singur şi am găsit aici personal calificat, care a reparat în scurt timp o clădire mare pentru a lansa incubatorul. S-au găsit şi manageri care stau la conducerea întreprinderilor business-incubatorului”, a subliniat norvegianul.
Moldova dispune de capital uman şi de personal calificat. Aici sunt condiţii pentru dezvoltarea unor afaceri competitive. Trebuie să se facă tot posibilul ca întreprinderile să implementeze standardele europene de producţie şi de desfacere a mărfurilor, iar venirea investitorilor europeni în Moldova ar grăbi acest proces, a mai spus Gunar Due Gundessen.
Şi Silvia Radu, preşedintele companiei RED Union Fenosa consideră că în Republica Moldova există posibilităţi pentru a realiza proiecte investiţionale importante şi cazul Union Fenosa este unul de succes. „Ultimii 2-3 ani au fost marcaţi de o instabilitate politică, care, poate, a reţinut venirea investitorilor în Moldova. Dar acest for cred că a demonstrat că există voinţă politică de a reforma ţara, de a asigura un cadru investiţional profitabil şi cred că aceasta este un semnal pozitiv pentru toţi, şi pentru Moldova şi pentru potenţialii investitori”, a menţionat Silvia Radu.
Vicepremierul Valeriu Lazăr, ministrul economiei, a declarat că Moldova aşteaptă investiţii în domeniile tehnologiilor informaţionale, transporturilor, logisticii, industriei. Pentru a spori atractivitatea domeniului industrial se acordă o mare atenţie dezvoltării parcurilor industriale. Au fost efectuate şi lansate nouă studii de fezabilitate pentru deschiderea parcurilor industriale, atât pe baza unor active şi platforme industriale, aparţinând statului, cât şi de tip greenfield. „Prin atragerea investiţiilor se intenţionează schimbarea calităţii creşterii economice obţinute de Moldova, care în prezent se bazează mai mult pe consum şi pe remitenţe. Modelul economic spre care tindem este să avem o creştere economică, determinată de investiţii şi majorare a exporturilor „ a precizat Valeriu Lazăr.
Alex Munteanu, cunoscut prin atragerea investiţiilor private în modernizarea mai multor întreprinderi din Republica Moldova a spus că ţara se schimbă. „Noi, care trăim aici, nu întotdeauna observăm lucrul acesta, dar Republica Moldova nu mai este cum era acum 10 ani. Ne întrebăm însă dacă ne aranjează viteza schimbărilor şi ce putem face pentru a intensifica aceste procese. Guvernul este dispus să mişte lucrurile înainte. În opinia mea, trebuie create condiţii să vină în ţară companii mari care să creeze multe locuri noi de muncă ca oamenii noştri calificaţi să nu mai plece să muncească în alte ţări la negru. Sunt şi unii factori obiectivi , criza care mai durează, investitorii,care se mai gândesc. Să vorbim mai puţin şi să facem mai mult, să ne concentrăm eforturile pentru a crea aceste condiţii ca ei să nu plece în Ucraina sau în China”, a conchis Alex Munteanu.
Forumul UE – Moldova a avut loc la 29-31 martie şi a fost organizat de Asociaţia pentru Politică Externă de la Chişinău şi Institutul pentru Studii Estice din Varşovia. Evenimentul a întrunit politicieni, diplomaţi, oameni de afaceri importanţi din străinătate şi din Republica Moldova.
Info-Prim Neo