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venerdì 2 maggio 2008

PAESE CON E SENZA CONFINI

PAESE CON E SENZA CONFINI

di Doina Babenco

Roma. Colonna Traiana. Da qui comincia la storia della Moldavia, territorio delimitato da Carpazi e Mar Nero, dai fiumi Danubio e Nistru (Dnestr). Conosciuta come Dacia all’inizio del I sec., essa era abitata dalle popolazioni autoctone, un insieme di più tribù la maggior parte delle quali era formata da daci e geti. Dopo la vittoriosa campagne di Traiano del 106 d.c., l’ultimo re dei daci, Decebalo, si uccise e la Dacia divenne cosi una provincia dell’Impero Romano. Tale vittoria venne riportata sui bassorilievi che ornano la Colonna Traiana la quale, quindi, è un resoconto visuale di quella campagna.

L’origine latina della popolazioni ivi residente è dovuta proprio a questo evento storico che da una parte indusse gli abitanti del posto ad assumere la lingua, le tradizioni e la cultura dei romani dominatori, dall’altra vide un gran numero di veterani fermarsi sul territorio innestando profondamente, anche nel privato, il modo di vivere latino.

Successivamente la Moldavia fece parte dal Voevodato Moldova (1359) e per più di 300 anni fu sotto l’occupazione dell’Impero Ottomano quindi, nel 1812, il territorio tra Prut e Nistru viene annesso all’Impero Russo che lo dominò per 106 anni e quale territorio assunse il nome di Bessarabia.

La Romania, dopo la prima guerra mondiale, nel 1918, riuni le regione abitati da rumeni dando cosi luogo alla Grande Romania che si occupava dalla Transilavania (nord-ovest) alla Bessarabia (est).

Nel 1924, viene tagliata la parte di est del Nistru e fu creata la Repubblica Autonoma Sovietica Socialista Moldava (l’attuale Transnistria) come parte della Repubblica Unionale Ucraina.

Stalin però, decide di riottenere assolutamente tutti i territori che la Russia Zarista aveva perso con la pace di Brest-Litovsk. Così, con il famoso protocollo segreto del patto di non aggressione tra Germania e l’Unione Sovietica, patto Ribentrop-Molotov firmato a Mosca nel 1939, la Besarabia venne assegnata di nuovo ai russi.

Con lo scopo della guerra la Bessarabia venne riconquistata dall’esercito rumeno appoggiato dalle truppe tedesche e nel 1944 la Bessarabia fu rioccupata dai sovietici diventando cosi una delle 15 repubbliche sovietiche socialiste.

Il 27 agosto 1991 la Repubblica Moldova (la ex Moldavskaia Sotsialisticheskaia Sovetskaia Respublika) dopo lo scioglimento della ex’URSS, si dichiara Stato indipendente.

Attualmente la Moldavia, è estesa 33.800 km quadrati, ha 9 province e due territori autonomi che rappresentano l’ennesimo funesto tentativo di spostare nuovamente i confini. La Transnistria, striscia di terra al est di 2500 km quadrati che si autoproclama stato indipendente ed è riconosciuta solo dalla Russia e causa di forti tensioni che sono sfociate nell’estate del 92 in un sanguinoso conflitto militare. Ancora oggi non si vede il termine del conflitto Transnistreano.

Gagauzia, 2000 km quadrati al sud della Moldavia, la seconda zona autonoma, dove si parla in un dialetto turco, scritto con caratteri cirillici.

Tra i circa 4.300.000 abitanti 64,5% sono moldavi, 13,8% ucraini, 13% russi, 3,5 gagauzi, 2% bulgari, 3,1% altre minoranze nazionale.

Oggi la Moldavia è considerata il più povero paese dell’Europa.

Non può essere ricco un paese senza la certezza dei suoi confini: si trova sempre qualcuno di fuori che decide di tagliarlo a destra, a sinistra, di toglierle l’uscita al Mar Nero, di metterli vincoli confinari verso i Carpazi, di farla acquisire l’energia elettrica dall’estero perché la centrale elettrica nazionale e ormai nel territorio della Repubblica Trasnistria, ecc…

Gli attuali confini della Moldavia: al ovest la Romania, nord, sud ed est l’Ucraina, non sono infatti i suoi veri storici.

Se al inizio del I sec. i romani, attualmente italiani, hanno occupato ma anche conquistato i daci, parte di loro attualmente moldavi, oggi sono i moldavi, immigrati, che occupano tanti posti di lavoro in Italia ed hanno conquistato anche tanti cuori italiani.

Per cui dico che la Moldavia è un paese con e senza confini